Mi chiamo Antonella e gestisco una struttura ricettiva, il mio lavoro ed il luogo in cui abito, mi hanno portato a conoscere, la vicenda dell’Emigrazione Lombarda, verificatasi tra il 1800 e metà del 1900. Le condizioni economiche erano pessime a causa del crollo del prezzo del grano e degli affitti esosi dei latifondisti. Gli Emigranti Cuggionesi, come tutti quelli dell’area del castanese, che conta la partenza di circa 13.000 persone, investivano i propri risparmi in un biglietto per una nave che li avrebbe portati verso un futuro migliore in Argentina e soprattutto in America.
Ora i nipoti ed i pronipoti dei Migranti Cuggionesi tornano qui, vengono in vacanza, visitano l’Italia, l’Europa, ma la tappa fissa è a Cuggiono. Vogliono scoprire e vivere i luoghi delle loro origini, alcuni direttamente organizzano viaggi intercontinentali appositamente per venire a Cuggiono. Visitare questo piccolo paese, entrare nella Basilica, al museo e cercare di immaginare i propri antenati armeggiare con quei strani attrezzi, cercare di ricostruire in parte un passato che in qualche modo sentono gli sia stato sottratto. Se gli antenati cuggionesi, partirono da abitazioni del centro storico, i discendenti avranno la fortuna, di ritrovare un’abitazione poco variata rispetto all’originale.
Li ho visti sperare mentre si eseguivano le ricerche genealogiche, impazienti e trepidanti, lungo i viali del cimitero, tra le mani la foto della “family grave”. Quando poi il fato è particolarmente benevolo e fa si che i destini di queste anime, si possano incrociare, con persone totalmente sconosciute, ma che hanno parte dello stesso patrimonio genetico, allora è veramente una magia.
Penso che sia un’esperienza veramente unica e oggettivamente dev’essere realmente impattante nella vita di queste persone, molti rimangono in contatto con l’Italia ed in alcuni casi anche con me.
Io a mia volta ho un antenato, il fratello di mia nonna che è approdato ad Ellis Island nel 1920, potrei pensare di fare un viaggio alla scoperta dei luoghi, dove arrivò questo mio antenato, ma questa è un’altra storia….
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