L’inverno era vicino e faceva davvero freddo.Un uccellino, che aveva un’ala spezzata, non sapeva dove trovare rifugio.
– Forse gli alberi di quella foresta mi ripareranno durante l’inverno con le loro foglie! – pensò il poverino.
E a piccoli salti e brevi voli si portò faticosamente fino all’inizio del bosco. Il primo albero che incontrò fu una betulla dal manto d’argento.
– Graziosa betulla – implorò l’uccellino – vuoi lasciarmi vivere tra le tue fronde fino alla buona stagione?
– Ne ho abbastanza di offrire riparo tra le mie foglie. Vattene da un’altra parte! – rispose la betulla.
L’uccellino saltò fino a una maestosa quercia.
– Grande quercia, permetti che io resti al riparo del tuo fogliame finché il tempo è cattivo?
– Se ti lasciassi tra le mie fronde, tu beccheresti tutte le mie ghiande. Vattene via di qua! – esclamò la quercia.
L’uccellino volò come meglio poté con la sua ala ferita, finché arrivò presso un salice.
– Bel salice, mi ricevi sui tuoi rami durante la cattiva stagione?
– No davvero! Io non alloggio mai degli sconosciuti!
Lo vide allora un abete e gli chiese:
– Dove vai, uccellino?
– Non lo so – rispose – gli alberi non vogliono darmi rifugio e io non posso volare lontano con quest’ala spezzata! –
– Vieni qui da me, poverino! Mi farai compagnia – lo invitò il grande abete.
L’uccellino ringraziò più volte per tale generosità, che gli permise così di superare la cattiva stagione.
Madre Natura, avendo osservato tutto, volle ricompensare la generosità dell’abete e di tutti quegli alberi che offrono riparo ai piccoli uccelli, e così ordinò al freddo vento del nord di non far cader loro le foglie.
Da quel giorno l’abete, conservano le loro foglie per tutto l’inverno e sono chiamati SEMPREVERDI.
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